Love Pulse Posted July 4, 2021 Share Posted July 4, 2021 Con l’estate 2021, anno forte come non mai per le auto elettriche in Italia, almeno percentualmente e grazie alla “droga” degli incentivi, abbiamo voluto provare. Cosa? Verificare la nostra piena, parziale o nulla compatibilità e soddisfazione di utilizzo BEV (auto a batteria). Non sono tutte uguali, ovviamente, qui si parla di auto nativa elettrica per i nostri tempi, da ricaricarsi però autonomamente con le sole prese “normali” a disposizione. Come in ogni luogo d’Italia e non come in molti primi contatti e test-drive organizzati: tutelati con la migliore carica sempre disponibile a suon di super-biberonate in AC da colonnine veloci. 35,5 kWh A disposizione, una delle ultime arrivate in segmento C. La gradevole e anche molto personale Mazda MX-30: 35,5 kWh (lordi) la batteria, e-Skyactiv con 145 CV il motore, versione Exclusive con interni Modern Confidence l’allestimento. L’auto giapponese è di quelle interessanti nello stile e nelle soluzioni, pur senza essere estrema. Un taglio Crossover che al posteriore scende e si ammorbidisce rompendo con certi schemi, dei rivali e con il frontale stesso, molto verticale e più tagliente, rispetto a quel posteriore privo di spigoli a fari circolari. Poi quelle portiere della seconda fila: piccole, che si aprono a libro con vetratura minimalista e aiutano, visto quel taglio un po’ coupé che non offre spazi esagerati in relazione alla lunghezza (4,39 metri). Non ci dilunghiamo sullo stile già discusso su queste pagine, colpisce e si fa gradire perché non è comune, più curata delle generaliste ma senza strafare. Larga 1,8 metri e alta 1,56, pulita e apparentemente voluminosa, dentro il bell’allestimento in prova propone una gradita combinazione di materiali dal tono chiaro e buoni al tatto, con qualche elemento in sughero. Chi legge le pagine di catalogo e listino automoto.it, associa subito la storia del fondatore Mazda: si occupava anche di sugheri, prima che di motori. Quello che però interessa in questa prova di compatibilità elettrica, non è dettagliare un'auto che divide e di cui potete rileggere o rivedere quasi tutto a questi link, ma scoprire com’è davvero mettersi alla prova. Rinunciando alla benzina o al gasolio, per una decina di giorni. E beh, il gioco è stato davvero semplice, gradito perché ben riuscito. Al netto di spostamenti mai troppo distanti, ovvero entro i 100 km dalla partenza. È comunque un degno utilizzo quotidiano, non in assoluto ma che il caso ha voluto calzasse a pennello con le esigenze. Alla fine la MX-30 sembra voluminosa con quei fianchi alti e lo è, per chi è abituato a veicoli più corti nel dramma parcheggi delle grandi città, ma si sposta agevolmente sia in urbano sia nei tratti extraurbani, lieve da condurre e giustamente assistita a livello ADAS: tangenziali e Statali tra una provincia e un’altra a limite da codice. Guidata tanto per lavoro quanto per svago, non delude anche chi arriva dal mondo termico senza pregiudizi, sotto quasi ogni aspetto. Il must è ricaricare quando possibile, presso i punti di stazionamento, sfruttando le molte prese di collegamento del kit aftermarket in questo caso. In uno spazio privato, altro elemento base per l’elettrocompatibilità, prevedevamo la classica presa di corrente nostrana, con qualche kW in più dato a utenze lavorative (come laboratori, garage e officine) ovvero potenza fino a 6,6 kW. Non abbiamo mai utilizzato una colonnina veloce, che è ovviamente accettata dalla MX-30. In dotazione infatti anche il cavo CCS a connettore Tipo 2, che permetterebbe con 50 kW da colonnina di ricaricarla in meno di un’ora (40 minuti 80%) l’auto elettrica made in Japan. Juice Booster 2 In questa decina di giorni abbiamo sfruttato quotidianamente un accessorio aftermaket svizzero, da poco disponibile anche in Italia: il Juice Booster 2. Si tratta di un Kit completo in voluminosa ma utile valigia, che si fissa con velcro e ganci nel bagagliaio volendo. Sotto al portellone della MX-30 il volume è onesto: 341 litri, quindi effettivamente altro paletto di compatibilità elettrica da considerare è il carico assoluto. Da “pensare e pesare” visto che contribuisce anche a peggiorare i consumi. Dicevamo del Juice Booster, include tutti i connettori utili per collegare alla ricarica l'auto elettrica quando ci si trova “in giro” senza colonnina: non solo la classica presa a tre poli nostrana, ma anche quelle estere di ogni tipo a partire dalla Schuko e poi quelle industriali di colore blu o rosso, fino al Trifase 32A. In sostanza ci si può portare in valigia un kit esteso che vale non solo come serie adattatori, ma come una Wallbox portatile. Il bello è infatti che sono supportate potenze fino a 22 kW/32A e il JB2 si auto-adatta, mantenendo un carico complementare a quello del luogo dove è collegato. La MX-30 espone tutte le parti del nostro Kit Juice Booster 2 con cui la abbiamo ricaricata per 10 giorniLa MX-30 "espone" tutte le parti del nostro Kit Juice Booster 2 con cui la abbiamo ricaricata per 10 giorni Una specie di “salva ricarica” che massimizza quanto si trovi in assenza di colonnine, avendo collo di bottiglia relativo alle prese direttamente connesse (senza dover usare ciabatte o adattatori del momento, non sempre consoni a un’auto) e non nel proprio HW. Rimanendo in AC ovviamente. Questo cilindro pieno di led, ben rivestito ma oggettivamente non leggero da maneggiare contando gli utili lunghi cavi (prolunga fino a 5 metri) massimizza anche la MX-30: sempre carica la mattina anche facendo tardi la sera perché la dimensione che Mazda ha scelto per la batteria è valida, coerente ecologicamente per sostenibilità, ma non certo estesa (e impegnativa) come certi grossi gruppi delle europee o americane. Questa lodevole volontà di mantenere pacco batterie ben gestibile a livello ambientale, produttivo e di smaltimento, limita la percorrenza massima a circa 220 km secondo il tipo di guida e i tempi di ricarica nelle 15 ore o poco oltre, alla “peggior” presa disponibile nel Bel Paese. Non siamo mai andati così lunghi, perché solo una sera su 10 giorni siamo arrivati sotto il 10% di autonomia e i kW disponibili erano appunto 6, quasi sempre. Con la nostra potenza e il JB2, la notte è sempre bastata. Ovviamente i tempi ricarica non sono mai identici, anche a parità di presa e a volte ci spaventano. Il display della MX-30 impiega qualche istante prima di visualizzare stabilmente una tempistica e tutto quanto sia a due cifre (oltre la nona ora) effettivamente genera alcuni timori. Se si conta che in quel momento l’autonomia è pochissima ma necessità di spostamento impreviste possono comunque capitare. Ecco un altro elemento da considerare per l’elettrocompatibilità, se privi di potenza ricarica elevata a piacimento. Un elemento caro a Mazda, il sugheroUn elemento caro a Mazda, il sughero Il Juice Booster spesso si posizionava a 6A, nelle normali prese a cui connessi (tre poli o Schuko) a volte anche 8A e oltre con presa lavorativa “tutta nostra” in orari notturni. Qualora si volesse limitare la potenza assorbita dalla ricarica dell’auto, il JB2 permette di farlo scalando con un tasto il livello (es. da 10A si torna a 6A). Funzione utile questa se lo si usi collegato a un impianto potente, con i connettori rossi o blu, dove altro deve però funzionare sempre a pieno regime secondo esigenze del momento. Altro elemento subito palese, per chi usa BEV, è che un conto è ricaricare anche da 0 ma fino all’80% circa e un altro è arrivare al 100%, percorso ben più lungo. A furia di abituarsi alla biberonata, in breve ci siamo trovati più vicini al 100% causa giornate dove i Km eran pochi e tutti in città. Proprio nel rincorrere quell’immagine sullo screen Mazda (100% = 200 Km range o quasi, secondo la media tenuta) questo caricatore aftermarket si distingue rispetto ad alcuni che abbiamo visto e usato, meno prestanti nell’ultimo sforzo. Soprattutto non adattabili come JB2 per prese disponibili e potenza erogabile. Se della MX-30 piacciono tanto comfort e spazio anteriore, sfruttando vani inediti come per tutte le native elettriche, ad esempio sotto al tunnel, del JB2 si gradisce la buona fattura, dei connettori. Molto solidi (IP67) e di impronta militare, da collegare rapidamente senza manovre di aggancio o avvitamento particolari. Il JB2 collegato in ricarica, la MX30 con led verde attivoIl JB2 collegato in ricarica, la MX30 con led verde attivo Consumi, Prestazioni e Ricariche L'utilizzo quotidiano per qualche decina di chilometri in città, non abbassa troppo l'autonomia mattutina post-ricarica, visto che la Mazda MX-30 ci ha permesso consumi medi difficilmente oltre i 17,5 kWh/100 Km, anz Link to comment Share on other sites More sharing options...
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